Tumore al seno. Dalla diagnosi alla cura in meno di 5 settimane: un modello virtuoso per il benessere delle donne

14 Mar 2018

Analisi e esami entro 1 settimana, 8 giorni per definire le cure, 3 settimane per l’intervento, 2 giorni di degenza. Sono questi i tempi dell’eccellenza rilevati dallo studio di Onda, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e Senonetwork. I centri di senologia di questo circuito consentono alle donne con tumore al seno di essere seguite da un team multidisciplinare, rispettando i tempi delle pazienti e garantendo una migliore qualità di vita.

Tempestività nell’assistenza e cura, tempi di attesa contenuti in ogni fase del percorso, possibilità di essere seguite da un team multidisciplinare in ogni fase della malattia e di usufruire di percorsi diagnostico-terapeutici strutturati ed efficienti all’interno dell’ospedale: i centri di senologia in Italia rappresentano oggi un’opportunità di cura e assistenza all’avanguardia per le donne con tumore al seno, quello più frequente tra i tumori femminili che in Italia colpisce ogni anno 50 mila donne.

Rappresentano quindi un modello virtuoso in grado di rispettare il tempo delle pazienti e migliorare la loro qualità di vita. Lo dimostrano i risultati di un’indagine promossa da Onda insieme a Senonetwork, curata dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e con il patrocinio di Andos Onlus, Attivecomeprima Onlus, Europa Donna, Susan G. Komen Italia e Scuola Italiana di Senologia, grazie al contributo incondizionato di Roche, che ha coinvolto 89 Unità Operative di Senologia italiane afferenti al circuito Senonetwork. L’obiettivo dell’indagine è quello di comprendere dal punto di vista organizzativo le caratteristiche dei percorsi attuati per la presa in carico delle pazienti, la loro efficacia nella cura e nel rispetto dei tempi delle donne.

I numerosi dati raccolti, attraverso questionari e sulla casistica trattata annualmente dai centri, illustrano informazioni sui volumi di attività, sull’efficienza dei percorsi di cura e sulla loro organizzazione economico-gestionale. Per quanto riguarda gli aspetti clinico-assistenziali emerge che i tempi di attesa sono sensibilmente contenuti in ogni fase del percorso. Le analisi e gli esami diagnostici approfonditi vengono effettuati dai centri entro 1 settimana, dopo di che il caso viene discusso nel corso dell’incontro del team multidisciplinare (MMD-Meeting Multi Disciplinare) che si svolge, mediamente, in poco più di 1 settimana e il percorso di cura viene concordato tra medico e paziente nel corso di un colloquio che dura almeno 30 minuti.

L’intervento, se prima non devono essere effettuati altri tipi di terapie, avviene entro 3 settimane dal Mmd. La degenza media non supera i 2 giorni e la diagnosi istologica definitiva arriva entro 15 giorni dall’intervento. L’inizio della chemioterapia e della radioterapia avviene dopo, rispettivamente, 2 e 6 settimane dal Mmd post-operatorio.

Dal punto di vista organizzativo, inoltre, oltre la metà dei centri censiti utilizza il modello “tutto in un giorno” che consente alle pazienti di limitare a 5 ore il tempo trascorso nell’ospedale per eseguire esami, visita e somministrazione della terapia.

“Il fattore tempo assume una rilevanza assoluta soprattutto nei pazienti oncologici che vivono una condizione che impatta fortemente sulla loro qualità della vita – ha commentato Francesca Merzagora, Presidente Onda- Riuscire a erogare percorsi di assistenza e cura in tempi minimi non è solo indice di funzionalità ma anche di umanizzazione e rispetto per la persona”.

Nonostante questo, al momento i centri di senologia non sono presenti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Ogni regione infatti ha recepito le indicazioni nazionali espresse nel documento della Conferenza Stato-Regioni del 18 dicembre 2014 secondo tempi e modi diversi. In base al documento ogni Regione deve dotarsi di una rete di servizi integrati di senologia multidisciplinari; ogni centro deve trattare almeno 150 nuovi casi e deve avere un team composto da numerosi professionisti quali radiologo, chirurgo, patologo, oncologo, radioterapista, infermieri, tecnici di radiologia e data manager, oltre che una serie di figure essenziali nel percorso delle pazienti, a seconda del caso, come psico-oncologo, onco-genetista, chirurgo plastico.

“Si conferma la necessità che i centri di senologia vengano istituiti in tutto il nostro Paese in quanto vengono così ridotti i tempi di diagnosi e cura migliorando la qualità di vita – ha aggiunto Luigi Cataliotti, Presidente Senonetwork. – Il Report curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane su 89 centri di senologia che afferiscono a Senonetwork è probabilmente il primo in questo ambito e, oltre ad essere molto interessante e ben condotto, fornisce una ricca mole di dati per analisi successive. Mi auguro che questo primo progetto condotto da Onda e Senonetwork sia l’inizio di una proficua collaborazione”.

Per il 2018 è infatti prevista la realizzazione di uno studio condotto sulle pazienti in cura nei centri di senologia censiti, che indaghi i momenti più significativi del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale e in particolare il vissuto di ogni donna con focus sul tema del tempo risparmiato e della loro qualità della vita personale, sociale e lavorativa.

Il fattore tempo diventa determinante quando si parla di terapie. “Da alcuni studi condotti da Onda su donne con tumore al seno emerge il forte impatto negativo della terapia sul loro vissuto quotidiano e su quello dei loro familiari, dovuto principalmente al dispendio di tempo nell’attesa di ricevere le terapie in ospedale – ha continuato Merzagora – Poter usufruire di terapie che riducano i tempi di somministrazione, ad esempio attraverso le nuove formulazioni sottocutanee o orali, permette di preservare meglio la qualità della vita delle pazienti e garantire anche una maggiore efficienza e controllo dei costi nei centri”.

Il confronto dei dati raccolti nel biennio consentirà di trarre spunti per una migliore gestione complessiva della malattia nell’ottica di un miglioramento della qualità di vita delle donne con tumore al seno.

Da: Quotidiano Sanità

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