Tumore alla mammella. Scoperta una proteina che si oppone alla progressione e alle metastasi

20 Mar 2017

Si tratta della proteina p140Cap come antagonista dell’oncogene ERBB2, che ne è causa. Lo studio, coordinato dal Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell’Università di Torino, Città della Salute di Torino ha visto al collaborazione di IEO/IFOM di Milano, Università di Chieti-Pescara, Università di Camerino, Arcispedale di Reggio Emilia e l’Università di Lund in Svezia.

Uno studio, coordinato dalla professoressa Paola Defilippi, presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell’Università di Torino, in collaborazione  con la Città della Salute di Torino, appena pubblicato su Nature Communication, ha scoperto una proteina che protegge dal tumore mammario, ma soprattutto ha identificato il meccanismo con cui questa proteina “si oppone” alla progressione del tumore mammario.

Il tumore mammario colpisce una donna su sette. Uno dei sottotipi di tumore mammario (circa il 20% dei casi) è caratterizzato da una eccessiva quantità della proteina ERBB2 (anche noto come HER2), causata dall’aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17. ERBB2 causa il tumore perché aumenta la proliferazione cellulare in modo non controllato, sostiene la sopravvivenza delle cellule tumorali e favorisce la loro capacità di uscire dal tumore primario, dando origine alle metastasi in altri organi. Per questi motivi è definita “oncogene”.

Lo studio ha individuato e caratterizzato un meccanismo di protezione dagli effetti dannosi dell’onvcogene ERBB2. Questo effetto protettivo conferisce alle pazienti una maggiore sopravvivenza ed un minor rischio di metastasi ed è dovuto alla presenza della proteina p140Cap.
I risultati indicano che questa proteina è espressa in circa il 50% delle pazienti di tumore ERBB2, individuando un nuovo marcatore predittivo in questa patologia. Inoltre, sperimentalmente con modelli cellulari, sono stati dimostrati alcuni dei meccanismi attraverso cui p140Cap è in grado di limitare la crescita del tumore ERBB2 e di diminuirne le capacità di dare origine a metastasi. Questi dati servono come base di partenza per la messa a punto di nuove terapie per le pazienti che non esprimono la proteina p140Cap e sono soggette a tumori più aggressivi.

Questo lavoro è frutto di una collaborazione tra Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell’Università di Torino, Città della Salute di Torino, IEO/IFOM di Milano, Università di Chieti-Pescara, Università di Camerino, Arcispedale di Reggio Emilia e l’Università di Lund in Svezia.

Da QS

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