Toscana. Regione protagonista della lotta contro Mutilazioni genitali femminili. Dichiarazione congiunta con Paesi africani

11 Feb 2016

La dichiarazione coinvolgerà i rappresentanti delle comunità di Somalia, Nigeria, Senegal, Egitto, Costa d’Avorio, Eritrea e resterà aperta alla firma di altri sostenitori per tutto l’anno, fino alla prossima giornata Stop MGF 2017. L’iniziativa rientra nell’ambito della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili.

Sarà la firma di una ‘Dichiarazione congiunta per il contrasto della pratica delle mutilazioni genitali femminili’ il momento clou del convegno “STOP MGF”, che si terrà domani, sabato 6 febbraio, dalle 9 alle 13, nell’Auditorium del Consiglio regionale, via Cavour 4. L’evento è promosso da Regione Toscana, Centro di salute globale, Arci Toscana, Nosotras onlus e Fondazione Il cuore si scioglie, in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, che si celebra appunto il 6 febbraio, è tra le iniziative svolte nell’ambito del programma regionale per il contrasto delle MGF in attuazione di un accordo Stato – Regioni.

Dopo i saluti del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e dell’assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, la firma della dichiarazione, alla quale prenderanno parte anche i rappresentanti delle comunità di: Somalia, Nigeria, Senegal, Egitto, Costa d’Avorio, Eritrea. La dichiarazione resterà aperta alla firma di altri sostenitori per tutto l’anno, fino alla prossima giornata Stop MGF 2017.

“In Toscana – dice l’assessore Saccardi – tanti professionisti, istituzioni, associazioni collaborano per fornire assistenza e aiuto alle famiglie per evitare le mutilazioni genitali femminili e le loro conseguenze. La firma di questa dichiarazione congiunta è un momento molto importante, perché coinvolge anche le comunità di stranieri presenti sul nostro territorio e le impegna a una concreta azione di contrasto di queste pratiche”.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un fenomeno vasto e complesso, che include pratiche tradizionali che vanno dall’incisione, all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni. Bambine, ragazze e donne che subiscono questa pratica devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.

Secondo i dati più aggiornati di fonte Organizzazione Mondiale della Sanità, sono tra 100 e 140 milioni persone nel mondo che hanno subito una forma di mutilazione genitale. L’Africa è di gran lunga il continente in cui il fenomeno delle MGF è più diffuso, con 91,5 milioni di ragazze di età superiore a 9 anni vittime di questa pratica, e circa 3 milioni di altre che ogni anno si aggiungono al totale. La pratica delle MGF è documentata e monitorata in 27 paesi africani.

In altri Stati (India, Indonesia, Iraq, Malesia, Emirati Arabi Uniti e Israele) si ha la certezza che vi siano casi di MGF, ma mancano indagini statistiche attendibili. Meno documentata è la notizia di casi di MGF avvenute in America Latina (Colombia, Perù), e in altri paesi dell’Asia e dell’Africa (Oman, Sri Lanka, Rep. Dem. del Congo), dove questa pratica non è mai assurta a tradizione vera e propria. Infine, sono stati segnalati casi sporadici di MGF anche in paesi occidentali, limitatamente ad alcune comunità di migranti (Fonte: UNICEF).

La “Dichiarazione congiunta per il contrasto della pratica delle mutilazioni genitali femminili (MGF)” che verrà siglata durante l’evento è uno dei passi fondamentali del percorso che da anni viene attuato nella Regione e che sta portando alla predisposizione di alcune raccomandazioni in materia: “Procedure di prevenzione, segnalazione, sorveglianza e negoziazione delle MGF tra le donne e le minori dei paesi a rischio”. Un modo per favorire un’efficace individuazione dei casi di MGF e per promuovere una risposta coordinata tra tutti gli attori coinvolti. Questo lavoro partecipato ha visto all’opera una squadra: dagli operatori di Consultorio, Punto Nascita, Servizio Sociale, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, servizio GAIA del Meyer, il Centro di riferimento regionale per l’MGF e il Centro di riferimento regionale per la violenza e l’abuso sulle donne adulte e minori dell’AOU Careggi e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minori.

L’azione di contrasto alle mutilazioni genitali femminili non si limita al lavoro sul nostro territorio, ma si spinge oltre i confini, attraverso i progetti di cooperazione internazionale. Durante la giornata verranno illustrati i risultati di un progetto in Niger per la promozione della salute materno infantile e lo sradicamento delle MGF che la Regione Toscana finanzia tramite il Centro di Salute Globale. Il progetto è gestito da Arci Toscana con Coniprat (ong locale) e Asl 2 e 8 come partner coinvolti in attività di sensibilizzazione e prevenzione in Italia.
Condotto nei 3 villaggi dei Distretti di Gaya, Tèra e Say, nelle Regioni di Dosso e Tillabéry, si inserisce in un programma internazionale più ampio, sostenuto anche dal Comitato Inter-africano contro le MGF, e prevede attività di diverso tipo: informazione sanitaria in particolare sulla salute materno-infantile e sugli effetti negativi delle MGF, sensibilizzazione a tutti i livelli della comunità, oltre ad azioni di accompagnamento e formazione per l’empowerment e l’autonomia economica delle donne e delle “exciseuses”. L’approccio che si è scelto di adottare è di tipo comunitario e partecipativo, a partire dal coinvolgimento dei leader religiosi e delle istituzioni locali, al fine di promuovere un cambiamento sociale che coinvolga tutti gli attori interessati.

Da Quotidiano Sanità

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