Salute della donna. Vivono più degli uomini ma la percezione del loro stato di salute è peggiore. Fumano di meno ma fanno poco sport e molte malattie colpiscono più loro che i maschi

18 Apr 2017

Come stanno le donne: vita media più alta, ma percezione peggiore del proprio stato di salute, bevitrici a rischio e maggiori limitazioni funzionali. Va meglio nella prevenzione secondo i dati Istat e Osservasalute. Focus sulla salute al femminile in vista della prossima Giornata nazionale della salute della donna in programma sabato 22 aprile.

Le donne vivono in media più degli uomini: 84,6 anni contro gli 80,1 del sesso maschile. Ma come li vivono?
Le donne sono quelle con maggiori limitazioni funzionali secondo l’Istat: ne ha il 7,1% contro il 3,8% degli uomini e tranne fino ai 35 anni la prevalenza è maggiore in tutte le età con il picco, ovviamente vista la vista media maggiore, tra le over 80. E tra i tipi di limitazioni funzionali è delle donne il primato del confinamento, con una media, sempre secondo l’Istat del 3,4% contro 1,5% degli uomini, di limitazione nelle funzioni con il 4,5% contro il 2,3% dei maschi, delle limitazioni nel movimento: 3,5% contro 1,7% e e nelle limitazioni di vista, udito e parole con l’1,8% medio rispetto all’1,2% dei maschi, unico indicatore di limitazioni questo con valori più vicini tra loro.

L’Istat assegna anche un punteggio per lo stato fisico e per quello psicologico nei due sessi. Per le donne in media è 49,6 quello fisico e 47,9 quello psicologico, mentre per gli uomini il punteggio è maggiore e raggiunge 51,9 quello fisico e 50,1 quello psicologico.

Anche nella percezione della propria condizione fisica alle donne non va meglio degli uomini. L’Istat, nella sua ultima indagine multiscopo dedicata alle condizioni di salute degli italiani, ha rilevato infatti che dichiarano di stare “male, molto male” l’8,4% delle donne contro il 6,2% degli uomini. E la situazione non cambia nelle singole Regioni. Solo a Trento (e nel Trentino Alto Adige in generale, anche se a Bolzano si registra un pareggio) gli uomini che dichiarano di stare “male o molto male” sono più delle donne: il 5,1% contro il 3,6 per cento.

E la differenza maggiore si ha in Sardegna dove l’11,9% delle donne dichiara di stare male contro il 7,6% degli uomini, ma in linea di massima le condizioni peggiori sono dichiarate soprattutto al Sud (ma non solo in questo caso) che non nel resto d’Italia.
La Giornata sulla salute della donna dovrebbe forse partire anche da queste considerazioni statistiche, che mostrano un universo femminile più colpito da limitazioni, malessere fisico, ma anche psicologico e condizioni percepite peggiori di quelle degli uomini.

Va meglio per il fumo. Secondo l’Istat gli uomini hanno il primato sia per i fumatori abituali (24,6% contro il 14% delle donne) che tra i forti fumatori (38% contro il 20,8%) e anche per i fumatori precoci (7,6% contro il 5%).

Ma ad esempio, secondo l’ultimo rapporto Osservasalute 2016, aumentano le donne consumatrici a rischio di alcool. La prevalenza dei consumatori a rischio, nel 2015, è pari al 23% per gli uomini e al 9% per le donne (che nel 2014 erano l’8,2%). I consumatori a rischio tra i maschi restano sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente.

Le donne, in una popolazione dove il rischio obesità incombe, restano il genere che di meno registra percentuali di sovrappeso e secondo l’Istat sono solo il 26,4% contro il 42,5% (in aumento) le donne in sovrappeso, mentre sono il 57,8% quelle normopeso (gli uomini si fermano al 44,5%) e il 5,5% quelle sottopeso. Gli uomini sottopeso sono appena lo 0,9 per cento.

Le donne però fanno poca attività fisica e solo il 16,2% segue i livelli raccomandati dall’Oms contro il 25,3% di uomini.
E in qualche modo le donne sono quelle che utilizzano di più i servizi sanitari. Secondo i dati Istat infatti il 16,8% contro il 12,7% ha effettuato visite specialistiche (tranne quelle odontoiatriche per le quali si registra un pareggio con l’85,7% in entrambi i sessi), il 7,3% contro 5% di uomini ha eseguito accertamenti specialistici il 10,9% contro il 9,2% ha eseguito analisi del sangue e, pareggio per i ricovero ospedalieri dove entrambi riguardano il 2,9 per cento. La differenza semmai sta nella modalità di ricovero: il 3,3% delle donne ha pagato interamente o con rimborso il ricovero, mentre lo ha fatto solo il 3% degli uomini

La depressione è il problema di salute mentale più diffuso e il più sensibile all’impatto della crisi: riguarda circa 2,6 milioni di individui (4,3%), con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini in tutte le fasce di età.

Ma le donne curano anche gli aspetti della prevenzione. Secondo il Rapporto Osservasalute 2016 infatti, la quota di donne di 25 anni e oltre che si è sottoposta a mammografia, passa dal 43,7% al 54,5% mentre il 73,6% ha effettuato un pap test, con un netto aumento rispetto al 2005 (+9 punti percentuali). Gli incrementi maggiori si registrano tra le donne ultrasessantacinquenni e interessano anche i segmenti di popolazione meno istruita e le residenti nel Mezzogiorno. La prevenzione femminile aumenta anche tra le straniere, che tuttavia non recuperano il gap rispetto alle donne italiane.

 

Da QS

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