Nel 2050 nel mondo ci saranno 132 milioni di persone con disturbi mentali. L’Oms rilancia il suo piano d’azione antidemenza

4 Dic 2017

E il problema è particoalrmente grave tra gli anziani tra i quali i disturbi mentali e neurologici rappresentano il 6,6% della loro disabilità totale. Oggi si stimano 50 milioni di persone in tutto il mondo  con demenza. Ma si prevede che il numero totale aumenterà a 75 milioni nel 2030 e 132 milioni nel 2050. PIANO DEMENZA OMS 2017-2025PIANO D’AZIONE SALUTE MENTALE 2013-2020DEMENZA, PRIORITA’ PER LA SALUTE PUBBLICA . 

Tra il 2015 e il 2050, la proporzione della popolazione mondiale oltre i 60 anni raddoppierà quasi dal 12% al 22% e, considerando che oltre il 20% degli over 60 soffre di disturbi mentali, che i disturbi mentali e neurologici tra gli anziani rappresentano il 6,6% della disabilità totale (DALY) per questa fascia di età e che i disturbi nelle persone anziane rappresentano il 17,4% degli anni vissuti con disabilità (YLD), c’è di che preoccuparsi.

E infatti per l’Oms la salute mentale resta una delle emergenze prioritarie per gli scenari della sanità nei prossimi anni. I disturbi mentali e neurologici più comuni nella terza età sono la demenza e la depressione, che colpiscono rispettivamente il 5% e il 7% della popolazione più anziana del mondo. I disturbi d’ansia colpiscono il 3,8% della popolazione anziana, i problemi di consumo di sostanze colpiscono quasi l’1% e circa un quarto dei decessi per autolesionismo sono tra le persone di 60 anni o più. I problemi di abuso di sostanze tra le persone anziane sono spesso trascurati o erroneamente diagnosticati.

Al di là dell’età, in ogni caso, si stima che siano 50 milioni le persone in tutto il mondo che vivano con demenza e che quasi il 60% di questi viva in paesi a basso e medio reddito. Un numero destinato ad aumentare fino a 75 milioni di persone con demenza nel 2030 e addirittura a 132 milioni nel 2050 (controllare perché i dati sui grafici sono diversi).

Eppure anche di fronte a questi  dati i problemi di salute mentale sono sotto-identificati dagli operatori sanitari e dai pazienti stessi, e lo stigma che circonda queste condizioni rende le persone riluttanti a cercare aiuto.

La depressione può causare grande sofferenza e porta a compromettere il funzionamento nella vita quotidiana. La depressione unipolare si verifica nel 7% della popolazione generale anziana e rappresenta il 5,7% degli YLD tra coloro che hanno più di 60 anni. La depressione è sotto diagnosticata e sottoposta a trattamento insufficiente nelle strutture di assistenza primaria. I sintomi sono spesso trascurati e non trattati perché coincidono con altri problemi riscontrati dagli adulti più anziani.

Per questo l’Oms torna a parlare ancora una volta del tema e rilancia il suo piano d’azione contro le demenze sintetizzabile in quattro obiettivi principali:
· rafforzare una leadership e una governance efficaci per la salute mentale;

· fornire servizi completi, integrati e reattivi per la salute mentale e l’assistenza sociale in contesti basati sulla comunità;
· attuare strategie di promozione e prevenzione nella salute mentale;
· rafforzare i sistemi informativi, le prove e la ricerca per la salute mentale.
Secondo l’Oms, poi, è molto importante preparare gli operatori sanitari e le società per soddisfare i bisogni specifici delle popolazioni più anziane, tra cui:
· formazione per i professionisti della salute nel fornire assistenza agli anziani;
· prevenire e gestire malattie croniche associate all’età, inclusi disturbi mentali, neurologici e di uso di sostanze;
· progettare politiche sostenibili a lungo termine e cure palliative; e
· sviluppo di servizi e impostazioni adatti all’età.


Da QS

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