La terapia cognitivo-comportamentale migliora l’insonnia da dolore cronico

10 Nov 2015

I ricercatori dell’Università di Warwick hanno scoperto e riportato sulla rivista Sleep che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace nei pazienti con insonnia da dolore cronico. E dai loro risultati emerge inoltre che chi soffre di algie persistenti non solo dorme meglio, ma riferisce anche un miglioramento dei dolori, della stanchezza e della depressione. Dice Nicole Tang del Dipartimento di psicologia, coordinatrice dello studio: «Il sonno disturbato è potenziale causa di cattiva salute e può portare a obesità, diabete, ictus, malattia coronarica e in casi estremi anche alla morte». L’insonnia, che aumenta anche il rischio di depressione, ansia e abuso di sostanze stupefacenti, ha un ruolo particolarmente significativo in chi soffre di dolori che durano da più di tre mesi. E proprio in questo sottogruppo i ricercatori britannici hanno verificato l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale. «Questo studio è importante perché l’uso prolungato di farmaci per dormire non è consigliabile, pertanto la condizione va affrontata con trattamenti non farmacologici» riprende la psicologa, che assieme ai colleghi della Warwick Medical School ha esaminato in una metanalisi 72 studi per un totale di 1.066 pazienti di età compresa tra 45-61 che soffrivano di insonnia e dolore cronico causato da una varietà di disturbi come cancro, cefalea e artrosi. I trattamenti oggetto di valutazione consistevano in una varietà di approcci non farmacologici tra cui, appunto, la terapia cognitivo-comportamentale. E oltre a verificare l’effetto positivo della terapia cognitivo-comportamentale sulla deprivazione di sonno, i ricercatori hanno identificato subito dopo il trattamento anche una diminuzione del dolore da lieve a moderata nonché una diminuzione dei sintomi depressivi legata a doppio filo con il miglioramento del riposo notturno. «Tuttavia l’effetto positivo della terapia cognitivo-comportamentale, presente anche dopo 12 mesi di follow-up, era meno evidente quando la terapia non veniva somministrata di persona, ma per telefono o via internet» conclude Tang, spiegando che ora servono ulteriori studi per stabilire se è il trattamento a lungo termine con terapia cognitivo-comportamentale nei pazienti con dolore cronico è fattibile ed economicamente conveniente.

Sleep. 2015. doi: 10.5665/sleep.5158
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25902806

L’articolo su Doctor33

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