In Italia 6 milioni di obesi. Ogni anno 57mila morti per complicanze di questa che è ormai una vera e propria emergenza sanitaria

12 Apr 2017

E il problema inizia dall’infanzia: ormai 1 bambino italiano su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso. Ma non solo, l’obesità anche a causa delle sue comorbidità, rappresenta un costo significativo per il Ssn: circa 4,5 miliardi di euro nel 2012. Il ruolo della chirurgia bariatrica, le reti di assistenza e l’approccio multidisciplinare sono i temi centrali del XXV Congresso della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (Sicob) organizzato a Venezia

Sicurezza delle cure e nuove tecniche chirurgiche. Promozione di una rete organizzata di strutture pubbliche con centri di riferimento e team multidisciplinari. E ancora, attivazione di Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali e organizzazione di “obesity unit” qualificate per gestire l’obesità, una vera e propria patologia cronica invalidante che determina costi ingenti per il Ssn.

Sono stati questi i temi al centro della Tavola rotonda “Obesità una malattia sociale: il ruolo del chirurgo tra responsabilità istituzionale e domanda di salute dei pazienti” organizzata nell’ambito del XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (Sicob) che si è chiuso a Venezia nei giorni scorsi.

I dati in Italia sono allarmanti: sono 6 milioni gli obesi, 500mila i grandi obesi, 1 bambino su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso. Soprattutto ogni anno muoiono 57mila persone per le complicanze di questa malattia, circa una ogni 10 minuti. Nel resto del mondo la situazione è anche più grave: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità gli adulti in sovrappeso sono ben 1,9 miliardi, di questi circa 600 milioni sono obesi.

Non solo, l’obesità rappresenta un costo significativo per il Sistema sanitario. Si calcola che, nel 2012, questa condizione sia stata responsabile del 4% della spesa sanitaria italiana per un totale di circa 4,5 miliardi di euro. Questo, anche a causa delle sue comorbidità: sovrappeso e eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.

“Lo scopo del Congresso è far diventare l’obesità e il suo trattamento chirurgico un tema di attualità sociale –  ha affermato Maurizio De Luca, Presidente del Congresso – volevamo ribadire l’importanza dell’interdisciplinarietà nella cura di questa malattia e per farlo abbiamo coinvolto, in rappresentanza delle professionalità attive nella gestione dell’obesità, la Società italiana dell’obesità (Sio), la Società italiana di diabetologia (Sid), la Società italiana di chirurgia endoscopica (Sice), l’Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica dell’obesità (Aicpeo) e la Società italiana di emergenza e urgenza (Simeu). Abbiamo invitato, infine, l’International federation of surgery for obesity and related disorders (Ifso), per allargare lo sguardo verso il panorama internazionale”.

Quali sono le strategie terapeutiche per curarla? Sicuramente bisogna agire su più fronti. Occorre un regime ipocalorico da associarsi a un programma di attività fisica e un trattamento farmacologico in grado di supportare il paziente nell’instaurare delle modificazioni allo stile di vita del paziente. Ma nei casi più gravi, la soluzione, dopo un’attenta valutazione interdisciplinare (chirurgo, nutrizionista, psicologo, diabetologo) è la chirurgia bariatrica che, tramite il ricorso alle tecniche d’avanguardia oggi a disposizione, può rivelarsi più efficace della dieta e dell’attività fisica, consentendo un calo di peso significativo. Secondo un’indagine recente, condotta dal Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica dell’Università Milano Bicocca, con la chirurgia bariatrica si può ottenere un guadagno per paziente di oltre tre anni di vita vissuta in condizioni di salute ottimale e una riduzione della spesa per paziente di 11,384 euro.

“Stiamo parlando di una malattia che a livelli importanti, ovvero quando l’indice di massa corporea è superiore a 35, si trasforma in invalidità – ha commentato Luigi Piazza, Presidente Sicob – nelle obesità gravi, la chirurgia rappresenta la soluzione migliore e più incisiva. Un’arma vincente che deve essere maneggiata con estrema cautela da persone competenti, in grado di garantire livelli di sicurezza elevati. Questo è possibile presso i Centri dedicati al trattamento chirurgico della patologia”.

Secondo dati recenti, in Italia vengono operati ogni anno circa 23mila pazienti, di cui 14mila nei centri accreditati Sicob. Cifre esigue rispetto al numero totale di obesi che, spesso, non entrano in sala operatoria per disinformazione o timore dell’intervento. Come emerso, infatti da un recente position paper – realizzato dal Centro Studi e Ricerca sull’obesità in collaborazione con le Società scientifiche Sio e Sicob, Adie Amici Obesi Onlus – l’obesità nonostante sia riconosciuta come malattia dalla comunità medico-scientifica, viene recepire dalla popolazione come un problema estetico.
“La Sicob si allinea fedelmente alle linee guida delle altre Società scientifiche, soprattutto della World Obesity Federation. Ciò significa osservare i principi fondamentali di sicurezza delle terapie chirurgiche e informare puntualmente i pazienti sulle procedure previste – ha quindi aggiunto Piazza – inoltre, abbiamo stilato delle Linee guida ufficiali e una lista di Centri d’eccellenza autorizzati allo svolgimento della chirurgia bariatrica. Un lavoro importante, di anni, che oggi dà ai pazienti la certezza di essere in mani sicure”.

È importante ricordare che l’intervento è riservato all’obeso grave. Paziente ed équipe interdisciplinare decidono insieme il percorso da intraprendere, secondo il principio del consenso informato, dopo aver valutato con attenzione vantaggi, rischi e possibili effetti collaterali. Tutte le procedure chirurgiche sono a carico del Sistema sanitario nazionale presso i Centri accreditati, ospedali o strutture private convenzionate.

“Il paziente obeso ha problematiche che devono essere gestite con un percorso che coinvolga tutte le figure professionali necessarie – ha affermato ancora De Luca – negli ultimi anni ci stiamo spendendo per creare le cosiddette Obesity Unit, strutture dove più discipline scientifiche possano gestire l’obesità nel suo complesso. Il nostro obiettivo è creare delle Reti. In Veneto abbiamo portato avanti il concetto di Rete regionale, lanciando nel 2016 anche il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) Veneto. Ciò ha significato avere diversi Centri di chirurgia dell’obesità connessi tra di loro, abbattendo le liste d’attesa”.

La giornata europea contro l’obesità. Infine il XXV Congresso Sicob è stata anche l’occasione per annunciare e ricordare l’appuntamento con lo European Obesity Day 2017, la giornata europea contro l’obesità che si celebra in tutta Europa sabato 20 maggio. Inaugurata nel 2010, è promossa da comunità mediche, associazioni pazienti e autorità politiche per supportare i cittadini europei obesi o in sovrappeso e sensibilizzare sulla necessità di contrastare questo fenomeno.

Da QS

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