EMERGENZA COVID-19 | UROLOGIA

27 Mar 2020

Infezione da Covid19 e patologie urologiche. Per saperne di più leggi il contributo di Monica Sommariva dell’Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale di Magenta. Indicazioni dettagliate per chi sta seguendo un percorso terapeutico, particolari accorgimenti per i pazienti più vulnerabili e per quelli soggetti in dialisi.

Resta il consiglio più utile: “evitare ogni contatto non necessario e stare a casa! È l’unico modo per fermare un virus”.

 

INFEZIONE DA COVID – 19  E PATOLOGIE UROLOGICHE

L’infezione attualmente in corso denominata COVID – 19 è di recente comparsa a livello mondiale. Il virus appartiene alla stessa famiglia di agenti patogeni che causano la MERS e la SARS, tutte caratterizzate da difficoltà respiratoria acuta.

Numerose sono le incognite correlate alla capacità di trasmissione, di modificazione e di incidenza sulla popolazione.

L’80% delle persone infette note è asintomatico o presenta sintomi lievi simili all’influenza. Nel 20% dei casi la malattia è aggressiva con comparsa di difficoltà respiratoria che talvolta necessita di ricovero in terapia intensiva.

Dai dati attuali si evince che le classi più a rischio sono:

  • Età maggiore di 65 anni.
  • Soggetti con patologie croniche cardiorespiratorie, ipertensione arteriosa, diabete.
  • Soggetti immunodepressi per patologie immunologiche, reumatologiche, oncologiche.

In campo urologico i soggetti più a rischio per sviluppare l’infezione da COVID – 19 sono coloro affetti da:

  • malattie oncologiche dell’apparato urinario;
  • malattie croniche renali (dialisi);
  • immuno-reumopatie;
  • malattie infiammatorie croniche.

Tali soggetti necessitano una osservanza assoluta delle disposizioni sanitarie vigenti per la trasmissione del contagio.

Questa categoria di pazienti può essere sottoposta a cicli di immunoterapia, chemioterapia, radioterapia,  immunosoppressori con possibilità di sviluppo di infezioni urinarie persistenti e ribelli alle comuni terapie antibiotiche e pertanto possono essere più sensibili ad ulteriore infezione da parte di altri agenti patogeni anche virali.

I sintomi urinari possono esordire con febbre > di 38°C, dolore e bruciore minzionale, dolore lombare, urine maleodoranti, malessere generale, minzioni ravvicinate nelle 24 ore.

In caso di dolore lombare con febbre e disuria occorre pensare ad una evoluzione della semplice cistite in cistopielite o pielonefrite che necessita di cure specialistiche immediate.

Deve risultare chiaro che una cistite, patologia estremamente diffusa nel sesso femminile, di per sé non è da correlare ad una infezione da COVID – 19 ma occorre prestare attenzione nelle classi a rischio menzionate perché il soggetto immunodepresso può indebolirsi ulteriormente per una concomitante infezione batterica e pertanto necessita di una prevenzione accurata e specialistica.

Al momento non esistono dati scientifici sicuri che correlano un aumentato rischio di contrarre l’infezione da COVID – 19 in corso di immunoterapia, ma vale il buon senso generale che vede nella prevenzione un aiuto ad evitare l’infezione virale.

DA RICORDARE

  • La radioterapia non agisce con modalità immunosoppressive.
  • Una terapia immunosoppressiva (es. chemioterapia) invece può, come in altre infezioni virali, facilitare le infezioni e permettere lo sviluppo di forme gravi da COVID- 19.

In tale caso, consultare subito lo specialista prima di sospendere la terapia in atto per paura di contrarre il virus.

Sotto stretta sorveglianza medica alcune terapie possono essere modulate per permettere il proseguimento con un rischio minore.

Per le persone con età superiore a 65 anni e per i gruppi definiti vulnerabili e quindi particolarmente esposti al rischio di complicanze gravi che possono mettere in pericolo la vita, è pertanto sconsigliato:

  • Accudire minorenni.
  • Partecipare ad eventi pubblici e privati.
  • Utilizzare mezzi di trasporto pubblico, fatta eccezione per necessità non rinviabili (visita medica, terapia specialistica) ma con le cautele assolute previste dalle norme vigenti.

Per tutti valgono le regole generali:

– Lavare più volte le mani durante le giornate per almeno 20 secondi con sapone e detergente idroalcolico al 60%.

– Evitare di stringere la mano o effusioni di vario genere e mantenere sempre la distanza di almeno 1    metro.

– Evitare di toccare la faccia, occhi, naso e bocca prima di lavarsi le mani.

–  In caso di colpo di tosse o starnuto (proteggere se stessi e il prossimo con l’ausilio di un fazzoletto da gettare subito o, in caso di necessità, nella piega del gomito), detergere subito mani e faccia con fazzoletti disinfettanti.

– Muoversi da casa il meno possibile.

– Pulire spesso con disinfettanti ogni superficie di contatto (Computer!!!)

– Dopo utilizzo del WC, disinfettarlo subito con candeggina che è un ottimo antivirale usato nei reparti di chemioterapia.

CONSIGLIO PER PAZIENTI VULNERABILI

Il virus è stato rilevato con tecniche di biologia molecolare nelle feci delle persone malate. Una trasmissione per via fecale potrebbe essere possibile, anche se ancora da dimostrare. Nel dubbio, in caso di diarrea, comunicare subito allo specialista per effettuare ulteriori accertamenti.

In ogni caso disinfettare il WC dopo ogni utilizzo e in ambiente domestico, se possibile, usare servizi separati.

Lavare assiduamente le mani prima di toccare cibi.

 

INDICAZIONI PER PAZIENTI VULNERABILI SOGGETTI AD INFEZIONI URINARIE

Si sconsiglia vivamente l’autoterapia in caso di comparsa di sintomi urinari.

Non assumere senza il parere medico qualsiasi antibiotico per sintomi urinari.

In assenza di febbre e presenza di soli sintomi urinari della bassa via escretrice, può essere utile l’assunzione di disinfettanti urinari in attesa del parere specialistico (ad esempio, D-Mannosio, Acido Ialuronico, Nitrofurantoina).

Idratarsi abbondantemente con acqua.

Possono essere coadiuvanti nella protezione del sistema immunitario sostanze come Propoli, Zinco, Vit.C e associazione di Acido Ialuronico e Condroitinsolfato.

Dieta molto ricca in vegetali.

In pazienti con sintomi urinari correlati a patologie immuno-reumatologiche (artrite reumatoide, LES, Sjogren, Crohn, Retto Colite Ulcerosa, Cistite interstiziale, Collagenopatie) sospendere o modificare la terapia in corso senza condivisione dello specialista rischia di comportare un peggioramento della patologia d base.

In caso di ricaduta della malattia di base vi è il rischio di doversi recare in ospedale proprio nel momento poco opportuno di epidemia da COVID -19, aumentando il rischio di esposizione a questo virus!

Inoltre la sospensione della terapia per le malattie reumatiche può comportare il peggioramento della stessa  con complicanze a carico di reni, vescica, occhi, polmoni.

È utile non assumere elevate dosi di cortisone durante l’epidemia virale perché gli steroidi sono tra i più potenti immunosoppressori. Consultare lo specialista per una eventuale e possibile modifica della terapia.

Ogni paziente con patologia immuno-reumatologica comunque deve considerare il rischio di infezione, come è abituato a fare, senza preoccupazioni aggiuntive.

Terapie immunosoppressive (antiinfiammatorie) di uso comune:

  • Cortisonici (es. Deltacortene, Bentelan)
  • Anti TNF( es. Enbrel, Benepali)
  • Methotrexate (es. Reumaflex)
  • Farmaci biologici – JAK modulatori della sintesi di citochine e quindi modulatori dell’attivazione dei processi infiammatori.

Per tali terapie a tutt’oggi non vi sono dati scientifici che permettano di dare indicazioni precise in corso di epidemia virale sugli effetti collaterali e quindi è inutile sospenderli, valutando il beneficio della prosecuzione terapeutica.

PAZIENTI DIALIZZATI

Valgono le stesse regole per i pazienti vulnerabili.

Per le infezioni delle vie urinarie sono utili le sostanze sopra elencate.

Devono essere applicati tutti i protocolli attivi nelle Unità di Dialisi.

In ogni caso poiché ci stiamo avvicinando al picco virale, l’unico consiglio utile è evitare ogni contatto non necessario e stare a casa! È  l’unico modo per fermare un virus.

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