Centinaia di casi di morbillo e almeno 18mila anziani morti per le complicanze dell’influenza. “Tutta colpa degli italiani (medici compresi) che non si vaccinano”. Intervista a Walter Ricciardi

20 Mar 2017

“Asl e ospedali dovrebbero monitorare e stimolare le vaccinazioni degli operatori sanitari. Altrimenti scattino sanzioni”. Non ha dubbi, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, l’aumento del 230% dei casi di morbillo nei primi mesi del 2017 e l’incremento della mortalità tra gli anziani, 18 mila in più del previsto, deceduti presumibilmente per colpa delle complicanze dell’influenze, dipendono da una sola ragione: gli italiani si vaccinano sempre meno. E medici e operatori sanitari non fanno eccezione: se ne vaccina non più del 20%

Con un terribile uno due, prima il ministero della Salute e poi l’Istituto superiore di sanità, hanno diffuso dati da brivido nelle ultime 48 ore: 230% di casi di morbillo in più rispetto ai primi mesi del 2016 e 18mila anziani deceduti in più rispetto alle attese dall’inizio dell’inverno ad oggi, con il sospetto che siano, tutte o quasi, morti ascrivibili alle complicanze dell’influenza.

Due dati che sembrano riportare lo scenario epidemiologico italiano all’epoca ante vaccini, quando le due patologie erano incontenibili. Ma come mai? Cosa è successo e come si può spiegare questa recrudescenza di casi e di mortalità? Ne abbiamo parlato con il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi.

Presidente Ricciardi, ma cosa sta succedendo?
Sta succedendo quello che temevamo e che negli ultimi tempi abbiamo continuamente ricordato: gli italiani, come molti altri europei, si vaccinano sempre meno e questo, unito al fatto che i virus nel tempo si trasformano diventando sempre più aggressivi, ha creato la tempesta perfetta: si torna a morire per il morbillo a livelli preoccupanti, oltre 115 mila morti nel 2014 (di cui il 40% nella regione europea dell’Oms) e l’influenza miete sempre più vittime, soprattutto tra gli anziani.
Gli ultimi dati sul morbillo parlano di un incremento di casi del 230% nei primi mesi dell’anno rispetto all’anno scorso. Ma come mai in un solo anno questo incremento?
Sta avvenendo quello che temevamo. Si ricorda il nostro allarme sul calo delle vaccinazioni sotto la soglia del 95%? Non eravamo pazzi. Sotto quella soglia si abbassano i livelli di immunizzazione e i virus trovano spazio per diffondersi. E colpiscono duro. Vuole la prova del fatto che tutto dipende dalle vaccinazioni? Basta guardare a cosa è accaduto nella regione americana dichiarata morbillo free il mese scorso. Lì hanno attuato una politica drastica di vaccinazioni, tra obblighi e persuasione pressante per anni, e il risultato è che il morbillo non c’è più. Sparito.

Eppure la gente ha più paura del vaccino che del morbillo…
Lo so. Ma è una follia. Pensi che dal 2000 al 2015 il vaccino contro il morbillo nel mondo ha evitato più di 17 milioni di morti! E il tutto senza rischi per chi si vaccina. La prova? Stiamo ai dati italiani: da quando monitoriamo le vaccinazioni, e mi riferisco in questo caso a tutte le vaccinazioni, ne abbiamo registrate oltre 9 milioni, ebbene, sa quanto casi di reazioni avverse di una certa gravità abbiamo avuto? Cinque, solo cinque su 9 milioni di vaccinati, e nessuna di queste persone è deceduta. Ha avuto qualche problema, ma poi l’ha risolto ed ora sta benissimo.

Ma non è che qualche responsabilità ce l’hanno anche i sanitari? E’ vero che sono in molti a non vaccinarsi?
Verissimo. Essendo ottimisti, valutiamo in non più del 20% la percentuale di sanitari che si vaccina contro l’influenza e le altre patologie per le quali è prevista la vaccinazione. E’ evidente che se il tuo medico non si vaccina, ciò non rappresenta certo un incentivo a farlo…

Cosa si può fare in proposito?
Basterebbe applicare le norme già in vigore.

Cioè?
Mi riferisco, per il caso del morbillo in particolare ma anche per altre vaccinazioni, a ciò che prevede la normativa sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Queste norme sono molto chiare: spetta al datore di lavoro far sì che i suoi dipendenti siano tutelati con tutti gli strumenti di prevenzione a disposizione. E i vaccini rientrano tra questi. Una norma che vale in ogni campo, figuriamoci per chi lavora nella sanità dove per lavoro si è a contatto quotidiano con la malattia! Per i datori di lavoro che non applicano le norme ci sono sanzioni e allora dico applichiamole ai datori di lavoro di medici e infermieri, cioè Asl e ospedali, affinché siano di stimolo a far sì che nelle strutture sanitarie si attuino modalità di monitoraggio e controllo delle vaccinazioni dei sanitari ai fini della tutela della loro salute e di quella dei loro pazienti. Per non parlare poi di quei medici che addirittura sconsigliano le vaccinazioni ai loro assistiti. Questi andrebbero radiati perché non sono medici.

Un altro dato diffuso ieri dall’Iss chiude il cerchio di questo inverno terribile: migliaia di anziani potrebbero essere morti per colpa dell’influenza e soprattutto delle sue complicazioni. Anche qui le chiedo, cosa è successo?
Lo scenario generale è lo stesso che le ho già descritto. La soglia di vaccinazione è troppo bassa, tra gli anziani siamo al 50% e dovremmo stare al 75%, I virus circolano così più liberamente e aggrediscono in questo caso persone più fragili. Qualcuna viene uccisa proprio dall’influenza in sé. In questo caso abbiamo delle segnalazioni sentinella dal monitoraggio di 11 Regioni che ci segnalano 53 morti direttamente ascrivibili a forme particolarmente aggressive di influenza. Ma il vero problema ce l’abbiamo con le complicanze che quest’anno hanno fatto strage. E lo abbiamo scoperto mettendo a confronto i dati di mortalità tra gli over 65 monitorati in 34 città campione rappresentative del 19% della popolazione anziana italiana. Ebbene rispetto ai trend standard di mortalità basati sulla nostra composizione demografica abbiamo avuto circa 18mila decessi in più dall’inizio dell’inverno ad oggi.

Ma quei dati si riferiscono a tutte le cause di morte non solo all’influenza…
Giusto. Ma il fatto è che uno scostamento così significato dai trend demografici di mortalità in concomitanza dell’epidemia influenzale non può avere altra spiegazione che l’influenza stessa e soprattutto le sue complicanze che, evidentemente, hanno trovato facile preda in popolazioni fragili e non vaccinate. Una strage. Evitabile. Ricordiamocelo sempre.

Cesare Fassari

Da QS

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